A prescindere dal naturale interesse come soggetto fotografico, le tradizioni popolari hanno sempre esercitato in me una irresistibile attrazione. Tale fascino lo attribuisco essenzialmente alla duplice funzione che il rito riveste. La prima è essenzialmente culturale, come veicolo del sapere collettivo, sia esso spirituale o operativo, fra le generazioni.  La seconda è invece di natura sociale. Attraverso la partecipazione e la ripetizione, il rito afferma l’identità fra l’individuo e la sua comunità, crea senso di appartenenza, cementa legami che vanno oltre una mera e speculativa convivenza territoriale.

Sebbene i rituali giunti fino a noi siano il frutto del paziente lavoro di erosione di secoli di storia, la ricerca delle origini di molte feste popolari rivela quasi sempre una primitiva ispirazione nel rapporto primordiale fra uomo e natura.  Tale rapporto ha dapprima trovato forma nei culti pagani, subendo poi una paziente opera di maquillage con l’avvento del cristianesimo, che ha sovrapposto il santo di turno alla divinità politeistica preesistente.

Da questa riflessione nasce l’idea del progetto ‘Radici sacre e radici profane’. Ho viaggiato un po’ per l’Italia e ho preso parte ad alcune feste fra le tante che animano la nostra meravigliosa penisola. Fra queste, ho selezionato 6 tipologie di rito: un rito arboreo, un rito del fuoco, un rito del maggio, un rito dionisiaco, un rito risalente al culto di animali e un rito votivo e li ho proposti qui, in altrettante gallerie. Alcune sono feste  molto note e dal grande richiamo turistico, altre sono invece ancora poco conosciute e ancora molto genuine.

Queste serie fotografiche non hanno alcuna ambizione di ricerca antropologica, ne documentaristica. L’intento è solo quello di mostrare il rito come è giunto sino a noi. Al termine di questa esperienza non posso che ringraziare per quanto ho ricevuto, per le molte mani che ho stretto, per la calorosa accoglienza e la genuina ospitalità che queste meravigliose comunità mi hanno offerto.

Dove c'è il santo non si passa

Battere e lavare

Si rema tutti nella stessa direzione

Su Carresecare

Tra mille fiori di carta

I Serpari di Cocullo

I Serpari di Cocullo
Su Carresecare
Tra mille fiori di carta
Dove c'è il Santo non si passa
Battere e lavare
Si rema tutti nella stessa direzione

All Photographs © Vito Frugis